Europa e liberaldemocrazia Senza rincorrere chimere opportunistiche di Francesco Nucara Tempo fa scrivemmo sulle pagine di questo giornale che l’attuale situazione politica si poteva definire come un "caos organizzato". Oggi possiamo togliere "l’organizzato" e lasciare solo il caos. Le maggiori forze politiche, e non solo loro per la verità, sono protese alla gestione di un surplace, con l’intento di tutelare la loro bottega molto prima di tutelare gli interessi del Paese. C’è chi sostiene il presidente Mario Monti per necessità e chi lo sostiene per convinzione. I repubblicani sono sicuramente tra questi ultimi e dovranno insistere su Mario Monti anche per il futuro. Noi pensiamo, attraverso la costruzione del progetto liberaldemocratico, con quanti siano interessati, di offrire una possibilità al futuro dei giovani. Il progetto liberaldemocratico dovrebbe svolgere una funzione di riequilibrio, mettendo al bando gli "egoismi sociali", patrimonio dei liberisti duri e puri. Un esempio di realizzazione di un progetto liberaldemocratico potrebbe essere la sintesi del recente risultato elettorale olandese: un incontro tra liberali e laburisti. Il voto olandese va interpretato nettamente come un voto per l’Europa e la sonora sconfitta dei partiti antieuropeisti ne è la prova più evidente. L’antieuropeismo purtroppo si sta affacciando pericolosamente anche in Italia. Ciò che è più risibile - o più drammatico - consiste nel fatto che proprio le forze politiche che hanno contribuito a portare l’Italia fuori dall’Europa, relegandola tra gli "Stati-canaglia", oggi tentano di attribuire all’Unione Europea la causa dei nostri disastri finanziari. Noi, al contrario, pensiamo che solo una Europa unita rappresenti il futuro del nostro Paese. Il sogno di Mazzini e Cattaneo potrebbe diventare realtà. Dal risultato elettorale olandese arriva un’altra lezione di politica. Si è sempre sostenuto, e molte volte ciò si è avverato, che chi governa chiedendo sacrifici ai propri cittadini è destinato a perdere le elezioni. Cosa che il primo ministro olandese si è guardato bene dall’evitare e, ciò nonostante, ha vinto largamente le elezioni. Il che sta a significare che, se i sacrifici richiesti sono mirati a creare un futuro migliore, i cittadini consapevoli sono ben disposti a sacrificarsi. Il tanto deprecato (da alcuni) euro mantiene invece la sua funzione primigenia – e a ragione – di passo fondamentale verso la costruzione di quell’Europa a cui tutti mirano. L’Unione monetaria, l’indirizzo comune delle politiche di bilancio, i controlli sull’attuazione di queste politiche sono il prologo di una politica estera comune e una politica di difesa comune, con l’approdo finale ad un linguaggio comune. E solo allora l’Europa sarà realizzata. I giovani si facciano avanti, non solo per un ricambio anagrafico, pur necessario, ma per un’innovazione di idee, per una moderna interpretazione della nostra storia ideale sempre priva di ideologismi e assiomi. I giovani non devono assolutamente pensare che qualcuno debba obbligatoriamente "provvedere" al loro inserimento nella vita lavorativa, e quindi in quella politica. Per capire meglio cosa significhi lotta comincino a pelare patate, insieme con i cosiddetti anziani, nella cucina della politica. Una categoria di giovani responsabile dovrebbe plaudire alla continuità del governo Monti. I sacrifici richiesti oggi sono l’investimento per il futuro. Le politiche allegre di ieri danno come risultato la drammatica situazione finanziaria e sociale di oggi. Nell’attuale situazione i giovani sono inevitabilmente attratti dal caos, allontanandosi così da un reale percorso, da iniziare a seguire per raggiungere l’obiettivo di un miglioramento della società di oggi e quindi di domani. Il ‘68, con tutti i difetti insiti in quella specie di "rivoluzione" che per certi aspetti ha generato il terrorismo, aveva in sé una base ideale, improbabile quanto si vuole, ma capace di indurre i giovani di allora a battaglie costose in termini politici e personali. Oggi, se proprio va bene, ci troviamo in presenza dei rottamatori, dai quali bisogna prendere con convinzione le distanze, perché nella loro lucida follia sono dei potenziali parricidi. Con il sostegno al Governo Monti, i repubblicani ci stanno provando, non in maniera acritica e acefala, ma con contributi fattivi, recepiti dall’attuale Governo: dalla lettera del dicembre 2011 a quella più recente al Governatore della Banca d’Italia, illustrando in quest’ultima le nostre proposte per arrivare ad un risanamento del debito sanitario, che affligge l’Italia in generale e le regioni del Mezzogiorno in particolare. E altre proposte da inviare al Presidente Monti sono in gestazione. Questo è il modo per sostenere Monti con convinzione e non per necessità. I repubblicani, come insegna la loro storia recente, sono abituati, talvolta, a fare debiti lasciandoli in carico ai loro successori. Vizi privati e pubbliche virtù. Alcuni repubblicani in questo periodo predicano bene e razzolano male, smentendo quella che è stata la loro tradizione. Abbandonano la politica dei contenuti e ricercano le alleanze, in una girandola di incontri personali e mai autorizzati dal PRI. Il finale porterà inevitabilmente a sconfessioni politiche. Un appello ai giovani e ai meno giovani: non cercate partiti o liste, quali che siano, dove allocarvi, bensì idee da sposare e per le quali valga la pena sacrificarsi. L’opportunismo non appartiene alla nostra tradizione. Purtroppo l’opportunismo ha albergato e continua ad albergare nella coscienza di molti. In genere non sono repubblicani. Talvolta ne hanno la tessera. |